martedì 5 ottobre 2021

IL TRAVAGLIO PERPETUO .

 Il travaglio perpetuo‭ ‬.


Fu già nel grembo materno‭ 

che gridai forte il canto mio‭ ‬,

cercai i miei ripari in versi di poesia‭ ;

fermai il destino narrando la parola‭ ‬.

E‭' ‬un travaglio perpetuo questa vita

e scrissi di te‭ ‬,di terre e mari‭ 

di un Dio che vive tra di noi‭ ;

di spazi vuoti da riempire‭ 

e malinconie che solo tu potrai perire.

Toccai con mano la realtà del fato‭ !

Il confine vivente di un mondo stellare‭ ‬,

vissi lo spirito e fui combattivo‭;

fu l’arma migliore per chi ha una mente pura‭ ‬.

Fu nell’età dell’oro che assaporai la carne nuda‭!

Toccai il sangue del proibito

e con mano il fiore del peccato‭ ‬,

di una femmina ne fui innamorato‭;

si rese sterile all’evidenza d’un concreto.

Toccai il suo cuore amaro‭ … 

le sue labbra erano appese a un filo,

espiavo così i suoi silenziosi odori‭ ;

rendeva povero l’evento che accadeva.

Più volte gli alati scempi mi misero alla prova‭ ‬,

più volte rincorsi la brezza del brivido gelo:

mi tenevi appeso tra l’allegoria e il profano‭;

sulle membra,‭  ‬la fredda delusione.

Oggi vedo cadere su volti la cera del pianto‭ !

Un travaglio perpetuo che mai avrà fine:

il dolce peccato che si nega‭  ‬all’innocenza‭ ‬,

dalle violenze erotiche‭ ‬,‭ ‬il sudario asciugo.‭ 


Giovanni Maffeo Poetanarratore‭ ‬.

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