sabato 3 marzo 2012

L'osceno va in scena


Mi fu detto di non far peccato :
di non guardare le mutande delle donne ,
le loro prosperose abbondanze
che al solo sguardo si può anche svenire …
Ma tu ,tu eri vera!
Eri fatta di sostanza pura,
in carne ed ossa a me nuda ti mostravi
accettavi le più recondite posizioni.
Eri una favola ad occhi aperti !
E come una puledra su di me cavalcavi ,
era la fame di molti anni d’astinenza
per poi accorgerti di essere puttana.
L’osceno va in scena ,e tu la protagonista !
La tempesta ,come qualcuno ti ha definito ,
che ha strisciato per la soddisfazione ,
non curandosi dell’insania incoscienza.
Viziata resterai in scena
perché il vizio l’hai acquisito !
Io complice te l’ho iniettato ,
ti ho penetrato con furore la passione
lì dove avevi il proibito e l’hai voluto.
Ma dimmi :che donna sei?
Tu che ti vendi per un pel di naso ,
che trafughi nell’immondo vizioso
e annaspi nel torbido tormento …
Sei una poco di buono femmina !
I tuoi ori son diventati ottoni :
ronzi come una quaglia in calore
fai la feticista per il gusto d’eccitarti.
Fosti per me il desiderio
il più terribile e malsano!
il più avido frutto che colsi da un melo,
Io ero la fame tu il più inquieto,ed ebbro.
Fosti il destino che con violenza
viaggiasti libera nel mio cammino.


Poetanarratore.

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