Nausea .
( epiteto )
Scrivo di me e do a ognuno il suo bronzo :
osservo e taccio il nulla mi scombina ;
con la faccia degli onesti la nuova era osservo,
ne sento i lamenti ,la presunzione,
dei tanti atteggiamenti l'involucro dei danni .
E con prepotenza salvo le apparenze ...
acceco il mio occhio lucido,
lo depongo in un cuore ironico
ove perpetuo il rito magico ,
la supponenza del vivido grido .
Seguo il senso obliquo
nel regresso cancello l’odio,
con la mente plaudo la follia
di io poeta la fatua forma …
ove plaudo l'ispirazione fobica .
Nausea ,nausea ,nausea …
squilibrio inutile che porta alla tragedia,
in apparenze affligge la dignità degli uomini ;
mi ravvedo dall’evidenza alla presenza la bella femmina
il suo corpo appariscente e casto.
È la sua voce che ruggisce:
la voce della melodia chiama,
grida ,guardami !
No ,Non mi toccare …
Ho il prezioso seno .
Nausea ,alcova di mondi chiusi
ove l’amore resta tra le croci,
sfocia nel peccato veniale
nella timidezza di colui che guarda e s'affama …
di ingordigia platonica si sazia del nulla .
Oh nausea!
Sei tu dunque il patema d’ogni vomito ?
Tu la nauseabonda miscela ,
penetri nell'insano ove ti conviene
nella mia anima ti trascini.
Giovanni Maffeo - Poetanarratore .
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