Lamento .
(Poesia di ribellione sociale )
E ho impiccato il mio lamento
uno sfogo inutile ove nessuno ti ascolta ...
un lagno di pianto misero e patetico ,
ove anche le lacrime si vergogna di esistere .
Viviamo in un tempo arrogante !
Su di un palcoscenico senza platea ,
gente insoddisfatta scrive tra le righe ;
la sua lettura è amara come il fiele .
Io sono tra questi esseri insoddisfatti !
Sono il primo a lamentarmi dell'abbondanza …
a far casino nella mia mente inquieta ;
a dire in poesia l’afasia della noia .
E tutto fu lamento !
Dal viso asciugai tante lacrime ...
dai tuoi caldi occhi scrosciarono corolle;
tale fu la gioia che cedetti al mio ego .
Ma presto la mia penna perderà l’inchiostro
con essa combatto la battaglia dei delusi ...
le vene del mio sangue s’asciugano si contorcono ,
si prosciugano al freddo dell’inverno,
nell’arido tramonto il mio corpo sarà cemento.
E non ci sarà più posto per i miei versi !
Per aver smarrito quel segno tanto atteso ,
non ci sarà più il grido beffardo ,il mal vestito;
io che fino all’ultimo ti ho chiamato ,amore.
Ipocrita che sono ,non ho le forze per lottare !
Di combattere contro fantasmi senza cuore,
contro inerzie in equilibrio volo;
vario gli stati d‘animo come un demente frano.
Lamento, è l’avarizia degli umani !
Il non credere al peccato veniale …
le lotte dei poteri e il ghigno sul male altrui ;
l’agguato in ogni luogo di infami sconosciuti
che infondono la morte e infangano la vita .
Lamento, la miseria della solitudine fa piccola l’anima
dell’ipocrisia che l’indegna maschera indaga,
camuffa la bugia come se tutto fosse sano ...
l’ambigua gratificazione è l’ultima spiaggia dei falliti
si elemosina solo briciole di insoddisfazione .
Sono nel silenzio degli innocenti e sono libero !
Nel buio lontano dai deserti dei dannati,
di ogni vincolo ch’io possa lamentare;
voglio dipingere la mia anima di nero.
Muoiono gli eroi i combattenti degli ideali
nelle leggente dei tempi sempre più s'imprimono ,
si differenzia l'immane in trame lascive ...
dal sangue sepolto i fieri dell'antico nome .
Si mercifica la carne dal vile sgomento ,
si conquista coll'assurdo nel bordello lucra e trama ,
uccide a chi si veste di miseria .
E' con l'arma sul petto l'eroe ,il milite scelto
è valoroso è forte ,la sua innocenza uccide ;
eterea s'innalza la gloria il lamento gli concede la tregua ,
nella giustizia sociale porta addosso la croce .
Dei tanti dannati il creato ne soffre
la vita li immortala nei santi sepolcri ,
forse invano son morti per aver dato il libero arbitrio ...
di essere stati i veri guerrieri .
Giovanni Maffeo - Poetanarratore.
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