Il regno del nulla.
Appartenni a un tempo tiranno
scrissi in versi il dolore dell’amore.
Raccontai di me , di una amata ingrata,
in una strofa il suo miele fetido.
Mi mostrai a lei loquace
un timido introverso che sconfisse gli odi,
sui roghi dell'inquisizione mi mise in croce;
ero la preda delle sue premeditazioni.
Io l’incomprensibile sognatore non capivo!
Fui l’amante evanescente
l’illuso del suo pensiero ;
dal suo egoismo il freddo gelo.
E fu delirio!
Conobbi le tenebre nelle foreste degli gnomi,
sull'acqua pura nuotavo le malie;
fui l’oracolo che spalmava cellulosa.
E vidi l’ invisibili meraviglie !
La crisalide sulla rigogliosa terra
mi incantò il custode dall'occhio di cristallo;
era il più terribile tra i mostri di quel regno.
Ora nel nulla vivo , nulla spero!
Leggo la bibbia ai bordi del terrore
nessuna lava brucia il mio cuore;
fantastico aria in un mondo nero .
Giovanni Maffeo Poetanarratore .
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