La
porta per l’inferno
Non
mi lascerò coinvolgere dall’indifferenza
dalla
sottile ed effimera astuzia ,
Sazierò
il mio livore ,dando inizio al nuovo io
a
quello che di meglio han valori umani .
Al
riflesso naturale che traspare la mia foschia
fatta
d'ombra dal mio capo chino .
Bruciatemi
pure ,nel fango dei ricordi io non mi sciolgo
in
pantani di olio bollente ,
In
rimorsi soffocate l’anima mia , il vostro veleno è il mio cibo .
Vi
apro dunque la porta del mio inferno
li
mi troverete e chi vi accoglie ,
Vi
offrirò il mio sangue e tanta malavoglia ,vi offrirò l’odio
mio
Vi
offrirò il frutto maledetto ,che Eva mangiò e fu il peccato ,
Fu
, la porta per l’inferno ,l’unico rifugio degli amanti
sconcertatori
di tombe e fughe nei silenzi .
Andatevene
dunque , fuggite , da me che sono lampo
soccorrete
altri infermi i furibondi ,
Lasciatemi
al mio delirio , a giocare a guardia e ladri
a
sollevare i miei pesi ,
Andatevene
,statemi lontani ,io puzzo di sterco e ho fame di fetore
di
sostanze nocive e scorie di frastuoni ,
Sono
la bestia di soma che ara i campi elisi
sulla
guancia del cielo depongo il bacio .
Falcio
mietiture su terre e spiagge ,
tra
i guanciali i miei gagliardi angeli
l’oro
si, mi san capire ,
Mi
aprono la porta dell’inferno ,traghettano la mia culla in paradiso
sulla
barca del nuovo tempo mi lasciano libero ,
Dio
mi trasporta nella sacra liturgia ove io colgo la preghiera .
Dentro
di me i fantasmi s’inchinano
Ballano
la gloria , mi premono le labbra sui pori della pelle .
Oh
tu giovinezza ,lasci l’incerto , lasci virilità sconnessa
la
florida bilancia che cede il passo ,
Alla
vecchiaia superba che sbaciucchia il corpo
i
balsamici baci silenziosamente poni ,
Al
mio sole che mi da vita , intorno ad esso nessuno mi osserva
Calo
il sipario dell’opera ,a chi non è degno della mia lirica .
Giovanni
Maffeo Poetanarratore .
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