mercoledì 17 giugno 2015

Il morso del digiuno


Ansimanti pulsioni fremono

su capezzoli schiumano capricci assopiti ,

ergono cime di voglie rabbiose ,

dall’irascibile sangue la carne si infuoca .

Per pietà del cuore libero l’anima mia!

Su di te decoro i germogli dell’amore …

Mordo la carnalità dei sensi miei ,

essi , opprimono , lo scetticismo incredulo .

È il morso del digiuno a divorare spasmi,

desiderio avaro ch’è s’adombra e si svela ,

pulsa battiti frenetici

nei meandri dissoluti della vita ;

in corteggi e fiumi di parole eluse .

Sei tu dunque l’arma o donna !

il sensuale bersaglio

ove si racchiude

il tuo cerchio magico ,

l’assoluto enigma del mare in fuga ;

lì tu stessa procacci il bulbo delle rose .

E mordi le avversità del tempo …

tempo tiranno in cui affabuli misteri ,

nell’età dell’oro

rovente è la tua era ;

afferri e leghi i risoluti fati .

Mordimi dunque col tuo digiuno !

nella passione consumami …

avvinta , offrimi i tuoi baci ,

le tue ansie feroci ,

con dolcezza concedimi

un’ora sola del tuo amore .

Poetanarratore .

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