Brindo alla festa dell’anima mia
ai cinque sensi ,a cosa resta della storia.
Nei scritti dei giusti virtù lusingo,
in bilico rimango a curare la mia sfera.
E obbedisco al volere altrui !
A voi mio Re ,a lei mia Regina …
In ginocchio mi genufletto
Col cappello faccio riverenza .
E nel pensiero mio stanco
li mando all’altro mondo,
l’urlo di rabbia si leva
non langue ,non geme …
Cosa resta di vivo
se si distrugge la natura ?
Si abbattono alberi e calpestano i fiori ,
si stuzzica il sentimento di colei che spera.
Cosa resta in questo immenso
se stelle impazzite abbuiano la terra?
Allo sprovveduto di fame crepa ,
trangugia miseria ,avvilito rimane.
E vado in alto sempre più su osservo ,
io pezzente tra la plebe amor mi nego.
Con zelo scuoto gli invasati ,
tra i vivi mi proclamo sventurato.
Resta un fruttato di pensiero inatteso,
sa di invenzione e di mistero,
sa di baratto e frode
il cuor mio ruba.
E sul pulpito le mie mani pongo ,
per una amata il suo ricordo,
da una botte piena del buon vino bevo.
Ubriaco, mi resta poca cosa.
Resta tanto, resta il cuore
RispondiEliminae la brava gentw che ricostruisce
nuovi cieli.
Un sorriso e un abbraccio
Chiara