domenica 27 maggio 2012

Cosa resta di vivo




Brindo alla festa dell’anima mia

ai cinque sensi ,a cosa resta della storia.

Nei scritti dei giusti virtù lusingo,

in bilico rimango a curare la mia sfera.

E obbedisco al volere altrui !

A voi mio Re ,a lei mia Regina …

In ginocchio mi genufletto

Col cappello faccio riverenza .

E nel pensiero mio stanco

li mando all’altro mondo,

l’urlo di rabbia si leva

non langue ,non geme …

Cosa resta di vivo

se si distrugge la natura ?

Si abbattono alberi e calpestano i fiori ,

si stuzzica il sentimento di colei che spera.

Cosa resta in questo immenso

se stelle impazzite abbuiano la terra?

Allo sprovveduto di fame crepa ,

trangugia miseria ,avvilito rimane.

E vado in alto sempre più su osservo ,

io pezzente tra la plebe amor mi nego.

Con zelo scuoto gli invasati ,

tra i vivi mi proclamo sventurato.

Resta un fruttato di pensiero inatteso,

sa di invenzione e di mistero,

sa di baratto e frode

il cuor mio ruba.

E sul pulpito le mie mani pongo ,

per una amata il suo ricordo,

da una botte piena del buon vino bevo.

Ubriaco, mi resta poca cosa.

Poetanarratore .

1 commento:

  1. Resta tanto, resta il cuore
    e la brava gentw che ricostruisce
    nuovi cieli.
    Un sorriso e un abbraccio
    Chiara

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